Immagini e realizzazioni
aggiornato al
R i c c a r d o G a z z a r r i
29 dicembre 2010

Operazioni di Base con Photoshop

Dimensioni e risoluzione di un’immagine digitale (non sono la stessa cosa)

Immaginate di essere le vittime di un terribile esperimento scientifico che vi ha ridotto alle dimensioni di un microbo! Dopo i primi attimi di terrore vi rendete conto di essere in piedi su una mattonella perfettamente quadrata colorata con una sfumatura di colore perfettamente uniforme (supponiamo blu).
05-002Intorno alla vostra mattonella ci saranno altre 8 piastrelle di forma identica alla vostra, allineate come in una scacchiera perfetta. Dopo un’occhiata scoprite che le piastrelle accanto a voi sono anch’esse blu ma ognuna con tono di colore leggermente diverso dalla vostra.
Allungando il vostro sguardo vi rendete conto che siete al centro di un intero pavimento composto da mattonelle tutte quadrate ed ognuna di colore diverso.
Ora il temibile professore pazzo ha pietà di voi e decide di farvi ritornare alle vostre dimensioni naturali. Pian piano mentre crescete le mattonelle del pavimento sotto ai vostri piedi diventano sempre più piccole. Vi accorgete che i colori delle varie tessere hanno una disposizione tutt’altro che casuale ma non riuscite ancora a capire perché. Una volta ritornati alle vostre dimensioni originali, vi rendete conto che avete sotto ad un piede una normalissima stampa fotografica 10x15.

Bene, come avrete capito, tutto questo racconto fantascientifico permette di introdurre il concetto di risoluzione di un immagine. Può sembrare banale parlarne, ma è bene rammentare alcuni semplici concetti.
Per risoluzione si intende il numero di pixel che ci sono nell’unità di misura di lunghezza anglosassone e cioè il pollice. Il pollice (in inglese “inch”) equivale a 25.39 mm circa. Per indicare quanti pixel stanno in un pollice di lunghezza si utilizzano i “dpi” ovvero dot per inch = punti per pollice (in italiano ppi).
L’occhio umano non riesce a distinguere più i punti singoli di un’immagine posta a 30cm circa quando la densità supera i 300 dpi.
Questo valore lo ritroveremo sempre e ci servirà come punto di riferimento per impostare la nostra immagine prima di mandarla in stampa.

Un po’ di noiosissima matematica digitale

Prendiamo una qualunque compatta digitale da 2Mpx (2 milioni di pixel). A differenza del formato fotografico 24x36 mm dove i lati dell’immagine stanno in rapporto 1:1,5 nelle digitali il rapporto tra i due lati è diverso ed assomiglia di più alla visualizzazione di uno schermo di computer; quindi tra la base e l’altezza il rapporto è di 1: 1,33. Con qualche semplice calcolo si ricava che il nostro sensore da 2Mpx sarà composto da 1226 di altezza e da 1631 di base (se non è proprio così non mi uccidete).
Con semplici calcoli si ricava che stampando con risoluzione di 300 dpi la stampa massima che potremo ottenere sarà di 10.4 x 13.8 cm……….non molto.
Per evitare lunghi calcoli nella tabella sotto ci sono le stampe massime ottenibili in base ai megapixel dei sensori sia stampando ai canonici 300 dpi che ai meno precisi 200 dpi.

Mpx

dimensioni sensore

dimensioni stampa
a 300 dpi

dimensioni stampa
a 200 dpi

altezza

base

altezza

base

Altezza

base

pixel

pixel

cm

cm

Cm

cm

1

867

1153

7,3

9,8

11,0

14,6

2

1226

1631

10,4

13,8

15,6

20,7

3

1502

1997

12,7

16,9

19,1

25,4

4

1734

2307

14,7

19,5

22,0

29,3

5

1939

2579

16,4

21,8

24,6

32,7

6

2124

2825

18,0

23,9

27,0

35,9

8

2453

3262

20,8

27,6

31,1

41,4

15

3358

4467

28,4

37,8

42,6

56,7

 

Anche un’immagine visualizzata sul monitor è composta da pixel ed anche i pixel del monitor sono quadrati. I pixel che compongono lo schermo di un PC misurano generalmente 1/72 di pollice e cioè 0.35 mm.
Se si devono produrre immagini che dovranno essere utilizzate solo a video (per siti internet) sarà inutile utilizzare risoluzioni maggiori di quella indicata.
Quando con lo strumento zoom portate l’ingrandimento al 100% (oppure fate Ctrl+Alt+0) ad ogni pixel dello schermo corrisponderà in pixel dell’immagine.
Se digitate 200% nella casella di ingrandimento ad ogni pixel dell’immagine corrisponderanno 2 pixel in orizzontale e 2 in verticale del monitor (per un totale di 4 pixel).
All’ingrandimento massimo di 1600% avremo 16x16 pixel a schermo (256 pixel) per ogni pixel dell’immagine.
Per finire la nostra noiosissima chiacchierata ricordatevi che il fattore di zoom non influisce assolutamente sulle dimensioni di stampa dell’immagine ma solo sulla sua visualizzazione a schermo.

La finestra Dimensioni Immagine

Cominciamo a fare sul serio. Priamo una immagine qualsiasi. Dal menù Immagine scegliamo Dimensione immagine oppure Alt+Ctrl+I (scelta rapida da tastiera).

05-00405-006

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella finestra troviamo indicato:

  • Dimensione pixel : è la dimensione del file espressa come di consueto in uno dei multipli del byte
  • Larghezza : è il numero di pixel che formano la base dell’immagine
  • Altezza : è il numero di pixel che compongono l’altezza dell’immagine
  • Dimensioni del documento : non sono altro che le dimensioni che assumerà la nostra immagine una volta stampata. Si possono visualizzare in varie unità di misura selezionabili nel menù a discesa che si apre quando si fa clic sul triangolino accanto a mm (millimetri). Le varie unità proposte sono : percentuale, pollici, centimetri, millimetri, punti, pica e colonne. Le ultime tre unità sono generalmente utilizzate da chi opera in stampa (impaginazione di giornali)
  • Risoluzione : è il numero di pixel stampati per pollice. Per l’indicazione della risoluzione si possono scegliere due unità di misura: i ben noti pixel/pollice e i pixel/centimetro che però non vengono mai utilizzati.

Attraverso questa finestra è possibile ridimensionare le nostre immagini, impariamo ad usarla perché un uso scorretto può rovinare la nostra immagine.
Assicuriamoci che la casella di selezione “Ricampiona immagine” sia vuota (senza segno di spunta).
Possiamo ora divertirci a inserire qualsiasi valore nelle tre caselle di input. Il cambiamento di uno dei tre valori farà cambiare automaticamente anche gli altri due. Questo è indicato dal fatto che le tre caselle sono vincolate e bloccate (simbolo della catena).
Operando in questo modo siamo arcistrasicuri di non danneggiare la nostra immagine. Infatti possiamo cambiare le dimensioni di stampa senza però cambiare realmente le dimensioni in pixel dell’immagine (i valori indicati nel riquadro Dimensioni Pixel infatti non variano)
La nostra immagine è al sicuro.

Proviamo invece ora a mettere un segno di spunta sulla casella “ricampiona immagine”.

05-008

Si apre un nuovo  mondo  davanti a noi.

A questo punto però bisogna fare molta attenzione perché possiamo danneggiare anche gravemente la nostra immagine.
In qualche modo il campanello di allarme ce lo dà la parola “ricampiona” che sta a significare che photoshop eseguirà dei calcoli ed al termine cliccando sul pulsante “OK” potremo aver perso dei pixel (senza speranza di recuperarli) o potremo averli aggiunti (photoshop inserisce pixel per ingrandire l’immagine a proprio piacimento).
A cosa serve allora questa finestra se è così pericolosa.
Serve essenzialmente a cambiare le dimensioni fisiche del nostro file; può essere utile nel caso l’immagine sia eccessivamente grande per il nostro scopo (un immagine di 100 Mb che deve essere stampata nel formato 10x15 cm). Un altro caso: utilizzare un’immagine a 300 dpi di grandi dimensioni su internet (abbiamo detto che per la visualizzazione a video bastano 72 dpi).
Oppure fare una stampa un poco meno accurata a 200 dpi da una macchina da 2 Mpx in modo che venga un po’ più grande del 10x15 cm.
In ogni caso in alto nel riquadro Dimensioni pixel troviamo scritto la dimensione dell’immagine dopo il cambiamento e quanto era prima.
Se il nuovo valore è più basso photoshop ha buttato via dei pixel. Viceversa un valore più alto indica che sono stati aggiunti dei pixel (non sempre con buoni risultati).
In ogni caso assicuriamoci che nel menù di selezione a discesa sia selezionato “Bicubica” che è il tipo di ricampionamento più preciso tra quelli suggeriti.
Se poi vogliamo sconvolgere anche le proporzioni dell’immagine basta togliere il segno di spunta dalla casella “Mantieni proporzioni”; in questo modo posso allungare o schiacciare un immagine secondo una direzione (serve per fare una cura dimagrante senza rinunciare ai piaceri della tavola).
In ogni caso se abbiamo paura di aver fatto danni o ci siamo persi nelle varie caselle niente paura.
Ci sono due modi.
Il primo consiste nel chiudere la finestra senza premere OK facendo clic su “Annulla”.
Il secondo, molto più elegante, prevede di premere il tasto “Alt”; la casella Annulla si trasforma magicamente in Ripristina. Tutti valori vengono reimpostati facendo clic su Ripristina senza dover chiudere e riaprire la finestra.
Se poi c’è scappato il clic su OK e ci siamo resi conto di aver fatto errori esiste sempre il buon vecchio metodo che prevede di annullare l’ultima azione: in photoshop si realizza dal menù “Modifica” fare clic su “Annulla” oppure la  più veloce e comoda scorciatoia da tastiera “Ctrl+Z”.


Torna alla sezione didattica

 

Capitolo Successivo